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I PRIMI PASSI PER RISOLVERE I PROBLEMI COMPORTAMENTALI DEL TUO CANE

Sempre più di frequente, noi veterinari veniamo interpellati per problemi di origine comportamentale o, per meglio dire, per comportamenti che il proprietario non ritiene normali. 

Ci teniamo a sottolineare questa differenza: non tutti i comportamenti che il proprietario considera sbagliati sono effettivamente patologici. 

Segui il ragionamento che segue. 

Prima di iniziare è importante definire la differenza tra comportamento patologico e  indesiderato. 

Un comportamento è definito patologico quando presenta le seguenti caratteristiche: 

- Inappropriato al contesto o allo stimolo 

- La sequenza comportamentale è alterata (ad esempio morde sempre più spesso, direttamente e senza più avvisare)  

- Ha una durata o una frequenza eccessive 

- Manca la plasticità comportamentale e adattamento al contesto 

- Non ci sono malattie fisiche concomitanti 


Un comportamento indesiderato è sbagliato agli occhi del proprietario, il quale si aspetta che il cane si comporti in un altro modo in quella circostanza. 

Un esempio di comportamento spesso frainteso è il ringhio. Il cane ringhia per comunicare dissenso e come avvertimento. L’essere umano interpreta il ringhio come un “affronto”, mentre il cane,in realtà, sta solo dicendo che quella cosa non gli va bene (ad esempio quando si cerca di prendergli delle cose dalla bocca, lo si vuole spostare di forza, lo si vuole toccare). A volte può verificarsi come conseguenza di una relazione conflittuale o di paura (ad esempio paura delle persone). Qualunque sia il motivo, il cane non andrebbe mai sgridato. Per risolvere il “problema” devi prima dimostrargli che capisci ciò che ti sta comunicando, successivamente si potrà cercare la causa (che a volte è solo banalmente “non voglio che mi rubi il cibo”...più che comprensibile no?). 

Chiarito questo concetto possiamo passare al succo dell’argomento di oggi. 

1° passo: quando ci troviamo di fronte ad un comportamento indesiderato la prima cosa da fare è chiedersi perché il cane si stia comportando in questo modo.  

 

Per cercare di capire in maniera più oggettiva devi svestire i panni del proprietario e chiederti quali siano le motivazioni profonde che lo spingono a fare così.  

Ogni cane ha dei bisogni e delle motivazioni. 

I bisogni possono essere distinti in bisogni fisici (cibo, acqua, sonno, salute, ecc.) e bisogni psicologici (bisogno di sicurezza, bisogni sociali, bisogno di autorealizzazione, ecc.). 

Tra gli esperti del settore si parla di Piramide di Maslow, che racchiude, dal basso verso l’alto, i bisogni del cane in ordine di priorità.

 

Per farti capire meglio: il cane non potrà sentirsi sicuro e realizzato se muore di fame. 

Dal mix tra bisogni e personalità di ogni cane, nasce il concetto di motivazione, definita come “pulsione che orienta il cane nel mondo”. 

 

Come abbiamo già ripetuto, ogni cane è un soggetto e, in quanto tale, avrà dei desideri e una sua volontà. 

I comportamenti indesiderati originano quasi sempre da bisogni e motivazioni non soddisfatte o possono essere spiegati come tentativo di realizzazione di essi.  

 

Un esempio è il cane che rincorre i gatti. In questo caso il cane sta soddisfacendo la sua motivazione predatoria, che è un comportamento normalissimo per la sua specie. 

Con questo non vogliamo dirti di lasciare che il tuo cane acchiappi tutti i gatti del vicinato, ma che devi provare a guardare questo suo comportamento sotto un’altra luce, per dargli una spiegazione più in linea con le caratteristiche della specie canina. 

 

Quindi in sintesi devi (da solo o aiutato da un professionista) cercare di capire quale bisogno e quale motivazione ci siano alla base di quel comportamento. 

2° passo: cerca di soddisfare i bisogni del tuo cane prima di chiedergli qualcosa 

 

La seconda regola è quindi: dare per avere. 

In generale le persone hanno un’idea di come dovrebbe essere un cane e di cosa dovrà o non dovrà fare, senza chiedersi cosa il cane si aspetti e di che cosa avrà bisogno.  

 

Per poter chiedere al cane un cambiamento dobbiamo essere noi i primi a renderlo possibile. 

 

 

 


In che modo, ti chiedi?  

 

Semplicemente mettiamo il cane nelle condizioni di poter migliorare, andando ad eliminare le fonti di stress o disagio. Un animale “sofferente” (dal punto di vista psicologico si intende) non avrà energia da poter investire nel cambiamento. 

 

Quindi dopo aver individuato quali siano i bisogni del cane, facciamo in modo di soddisfarli. 

 

Un esempio potrebbe essere quello del cane che non esce mai; questo soggetto sarà sicuramente frustrato perché non potrà vivere nel mondo esterno, fare la vita da cane e avrà pochissimi stimoli. Di conseguenza potrebbe mettere in atto tutta una serie di comportamenti per dare sfogo a questo suo malessere. Non possiamo chiedergli di non mettere più in atto quei comportamenti se non risolviamo il problema alla base. 

Non fraintendere, questo non vuol dire che il cane possa fare tutto quello che vuole, ma che tutti i proprietari dovrebbero essere consci dei bisogni del proprio cane, in quanto “animale diverso dall’uomo”. Se non ti senti preparato in merito sei sempre in tempo per apprendere e migliorare! 

Già solo questi due passi potrebbero aiutarti a migliorare marcatamente la tua situazione. 

 

Il nostro consiglio è quello di appoggiarti ad un professionista del settore che, da soggetto esterno, oggettivo e preparato, possa aiutarti a comprendere quali siano le vere motivazioni alla base del comportamento del tuo cane e a creare un percorso di miglioramento specifico per voi. 

 

Se non hai ben chiaro chi siano e che cosa facciano i professionisti del settore cinofilo, leggi il nostro articolo che spiega nel dettaglio i ruoli delle diverse figure professionali esistenti. 

Se hai dubbi, vuoi chiedere informazioni o fissare un appuntamento contattaci. 

 

 

Dott.ssa Denise Albanese

Medico Veterinario Esperto in Medicina Comportamentale

Torino